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E’ una vecchia canzone d’autore. Marco Ferradini e Herbert Pagani la scrissero nel 1981 e fu subito un grande successo, tanto che – a distanza di dieci anni – fu riproposta durante un cantagiro e fu un nuovo trionfo.
Forse dipende dal fatto che il leitmotiv è profondamente sedimentato nella nostra cultura popolare (“a chi dai il dito si prende anche il braccio”, “se sei buono la gente se ne approfitta” ecc.); forse è tipico di ogni delusione d’amore rimuginare su quanto abbiamo dato e quanto poco abbiamo ricevuto dall’amato; forse il principio che “chi è troppo amato amore non dà” continua ad avere più consensi dell'”amor che a nullo amato amar perdona” (verso 103, canto V, Inferno – Divina Commedia del Sommo Vate).
Certo è che la canzone continua ad essere straordinariamente attuale, suggestiva, coinvolgente. E si tende a dimenticare che il finale smentisce la parte iniziale, più nota e celebrata:
«Non esistono leggi in amore,
basta essere quello che sei.”
Risentiamola:
Qualunque dizionario dà all’emozione di cui stiamo parlando la seguente definizione: “La delusione è uno stato di tristezza provocato dalla costatazione che le speranze coltivate non hanno trovato riscontro nella realtà.”
Troppo spesso nella vita capita di fare piani mentali a volte vaghi e generici, altre volte strutturati con tanto di tappe di avvicinamento. “Non voglio sposarmi presto, prima voglio fare esperienze e affermarmi nel lavoro, poi avrò una famiglia e dei bambini” ( oppure all’opposto: “Sogno il grande amore che dura una vita”). È come se scrivessimo un copione e ci sforzassimo poi di recitarlo. Un atteggiamento mentale pieno di aspettative che crea un terreno fertile per le delusioni: quando qualcosa non andrà nella direzione prevista, la disillusione, lo sconforto e l’amarezza prenderanno facilmente il sopravvento. Può accadere in ogni ambito dell’esistenza: sul lavoro, in amore, nelle amicizie, coi figli o coi genitori. Il problema non è il mondo esterno, siamo noi e il nostro modo di vivere. (Riza psicosomatica).
Se vogliamo comprendere cos’è la delusione, non occorrono molti ragionamenti: è vivere nelle gabbie delle continue aspettative. E’ fraintendere lo scopo della vita umana, che è fatto di sorprese, cadute, rinascite, rinnovamenti. E’ convincersi che esista una sola chiave di lettura degli eventi e che tutto sia immutabile.
Invece la vita è cambiamento, flessibilità, ciclicità, eternità nella mutevolezza. E non tramonta mai il sole senza che, da qualche parte, non si stia aprendo un nuovo orizzonte di luce.
Caterina Carloni