• Ven. Apr 19th, 2024

VEDAM

A cura di Caterina Carloni, psicoterapeuta

BLOG DI MEDICINA PSICOSOMATICA & PSICOLOGIA OLISTICA - Impariamo a leggere i sintomi fisici come linguaggio dell'anima e ad utilizzarli in chiave conoscitiva, positiva ed evolutiva
Gratitude changes everything - handwriting on a napkin with a cup of espresso coffee

Loading

Etimologia

In Sanscrito si chiama santosha e si riferisce all’atteggiamento riconoscente e grato verso la vita, cardine etico dello Yoga e una delle regole fondamentali per vivere una vita piena, sana ed equilibrata.

Essere grati verso tutte le esperienze che abbiamo vissuto, belle o brutte che siano state, aiuta a collocarci meglio nel “qui ed ora”, ad apprezzare la vita nella sua totalità, a riconoscere i nostri limiti senza disperarci e a canalizzare meglio le nostre risorse ed energie.

Il termine “gratitudine” deriva dalle parole latine gratia e gratus, che significano rispettivamente “favore, riconoscenza, ringraziamento” e “gradito, amato, ben accetto”.

Possiamo essere riconoscenti nei riguardi di una persona ma anche della vita in generale.

Dietro la parola gratitudine, troviamo in realtà, molti significati. Nel suo “The How of Happiness” la ricercatrice di origine russa Sonja Lyubomirsky scrive che la gratitudine è allo stesso tempo “un atteggiamento, (…) un’emozione, un umore, una virtù, un tratto della personalità, un’abitudine, una motivazione, una strategia di adattamento e persino un modo di vita”.  
Secondo Robert Emmons, unanimemente considerato il più autorevole ricercatore ed autore sul tema, la gratitudine “è meraviglia, è apprezzamento, è guardare al lato positivo di un impedimento, è accogliere l’abbondanza, è ringraziare qualcuno nella tua vita, è ringraziare Dio, è letteralmente ‘riconoscere le benedizioni’ della propria vita. È assaporare, è non prendere le cose per scontate…”.

Studi sulla gratitudine

Secondo il già citato Robert Emmons, le prove che esprimere gratitudine sia benefico sono schiaccianti. Gli studi e le ricerche nel campo della psicologia e delle scienze sociali “hanno mostrato che la gratitudine è positivamente correlata a risultati fondamentali quali la soddisfazione nella vita, la vitalità, la felicità, l’autostima, l’ottimismo, la speranza, l’empatia e la volontà di fornire un supporto emotivo e tangibile per altre persone”.

Una delle prove era stata fornita propria da Emmons attraverso un famoso esperimento. in cui ad un gruppo di partecipanti era stato chiesto di scrivere una volta alla settimana 5 cose per cui si sentivano riconoscenti. Dopo 10 settimane, i membri del gruppo a cui era stato chiesto di praticare la gratitudine tendevano a sentirsi molti più ottimisti e soddisfatti della propria vita, ottenendo persino dei benefici per la propria salute. Risultati simili sono stati ottenuti da altri studi che hanno dimostrato l’incredibile potere della pratica della gratitudine.

Come esercitare la gratitudine

Esistono vari modi per praticare la gratitudine e ciascuno di noi può quindi provare e scegliere varie strategie e strumenti.

1 – Il diario della gratitudine

Tra questi, un posto di rilievo è occupato dalla pratica di tenere un diario della gratitudine, su cui annotare regolarmente quanto di bello abbiamo e ci capita.
L’obiettivo principale è tenere sempre a mente gli aspetti positivi della nostra vita, che quasi sempre diamo per scontati. Nella sua versione più semplice, tenere un diario della gratitudine consistente nel rispondere per iscritto ad una o più domande per sentirci (più) riconoscenti e grati per ciò che la vita ci ha donato o dona ogni giorno.

Le classiche domande da porsi sono:

  • “quali sono le 3-5 cose di cui sono grato/a?”
  • “cosa mi è accaduto di bello oggi/negli ultimi giorni?”
  • “quali sono le persone che rendono speciale la mia vita?”.

Bisognerà rifletterci ed annotare le risposte nel nostro diario della gratitudine. Le ricerche del già citato Emmons hanno mostrato che questa tecnica rende le persone più felici. Per quanto riguarda la frequenza, il ricercatore americano suggerisce di trasformarla in un’abitudine quotidiana, perché nel corso dei suoi esperimenti la frequenza quotidiana sembra essere più efficace. Tuttavia, dedicarsi ogni giorno a questa pratica può portarci a ciò che Emmons definisce la “gratitude fatigue”. Scrivere ogni giorno le stesse cose potrebbe, infatti, annullare gli effetti benefici della gratitudine, trasformando questa pratica in una delle tante cose da fare. Una soluzione è impegnarsi ad avere varietà. Possiamo, infatti, porci a rotazione domande diverse ogni giorno oppure rispondere in modo diverso. Emmons suggerisce ad esempio di rispondere scomponendo i vari benefici in componenti più piccole, meditando ogni volta su un componente diverso.

2 – Riflettere sul perché ci sentiamo grati

3 – Le preghiere di gratitudine

Molto diffuse sono anche le preghiere di gratitudine, presenti in tutte le religioni monoteistiche e non solo. Molto preghiere, infatti, non sono altro che una forma di ringraziamento. 

4 – Promemoria visivi per praticare la gratitudine

Se temiamo di dimenticare di praticare la gratitudine o di non essere abbastanza regolari, potremmo usare dei promemoria visivi. Ci basterà stampare dei fogli con delle frasi sulla gratitudine e metterli in bella mostra un po’ ovunque in casa ed in ufficio. O magari personalizzare il desktop del nostro computer o lo schermo del nostro smartphone con una frase che innesca la gratitudine.  In questo modo, in vari momenti della giornata potremmo rileggere la frase e ricordarci di dedicare qualche istante ad esprimere la nostra riconoscenza per quanto abbiamo.

Secondo Emmons, i promemoria visivi sono efficaci perché combattono la nostra tendenza a dimenticare di fare certe cose (anche quando pensiamo che esse siano importanti) e la mancanza di consapevolezza rispetto a quanto nella nostra vita dovrebbe farci sentire riconoscenti. In realtà, anche le persone possono essere considerate dei promemoria visivi.

5 – Utilizzare un linguaggio positivo

Per terminare questa carrellata sui modi per praticare la gratitudine, mi sembra importante citare l’abitudine di utilizzare un linguaggio positivo. Varie ricerche hanno, infatti, dimostrato che il linguaggio influenza il modo in cui pensiamo. Queste ricerche prendono origine dalla famosa teoria del determinismo linguistico di Whorf, che ipotizza che il linguaggio determini la natura ed il contenuto del nostro pensiero. In campo psicologico, questa teoria viene trasposta nel modo seguente: se parliamo agli altri e soprattutto a noi stessi in termini negativi, allora attireremo sentimenti e stati d’animo negativi. Se all’opposto, ci impegniamo ad esprimerci in termini positivi ed ottimisti, allora potremo influenzare i nostri pensieri provocando ottimismo, gratitudine e buon umore. 

Conclusioni

Risulta chiaro che ci sono molti modi per mettere in pratica la tecnica della gratitudine: ciascuno potrà scegliere le modalità, i temi e le frequenze più adatte alla propria personalità e alla propria vita.
Buona crescita!

Grazie al sito www.lucasadurny.com da cui sono state liberamente tratte le info contenute nell’articolo.

Caterina Carloni

Per approfondire:

Il Super Potere della Gratitudine: La chiave della felicità. Coltiva la gratitudine e vivi felice. eBook : ., Lianka: Amazon.it: Kindle Store

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta

1 commento su “IL POTERE DELLA GRATITUDINE”

I commenti sono chiusi.