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Si può attribuire una data ai Veda?
C’è un libro meraviglioso intitolato “I segreti dei Veda”, scritto da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, che esplora i segreti della spiritualità racchiusi negli antichi testi vedici.
In uno dei capitoli viene affrontato il tema della datazione di questi antichi testi. L’articolo riporta un colloquio tra Prabhupada e uno studente britannico svoltosi durante una passeggiata mattutina a Londra nel 1973.
Shrila Prabhupada: Il messaggio della coscienza di Krishna proviene dal mondo spirituale. Non è di questo mondo, perciò a volte la gente può fraintenderlo. Dobbiamo quindi spiegarlo in modo molto chiaro. Le persone non riescono a capire nemmeno cos’è l’anima. Saranno pure grandi scienziati o grandi filosofi, ma non hanno alcuna conoscenza dello spirito e del mondo spirituale, perciò a volte hanno difficoltà a capire.
Studente: Recentemente ho fatto delle ricerche sulla datazione dei Veda. Alcuni archeologi sostengono che le prove provenienti dallo scavo di Harappa e di Mohenjo-Dara mostrano che in effetti la data dei Veda è di gran lunga posteriore a quanto si pensava prima. Ciò sembrerebbe privare i Veda di molta autorità, perché non apparirebbero più come la più antica Scrittura religiosa del mondo.
Shrila Prabhupada: Veda non significa “religione”. Veda significa “conoscenza”. quindi se lei può tracciare la storia della conoscenza, può ritrovare anche la data di origine dei Veda. Può rintracciare l’inizio della conoscenza?
Studente: Non lo penserei possibile.
Shrila Prabhupada: Allora, come può ricostruire la storia dei Veda? Veda significa conoscenza. Prima di tutto deve scoprire la data d’inizio della conoscenza, poi troverà l’età dei Veda. La storia dei Veda risale al momento della creazione del mondo materiale. Nessuno può indicare quella data. La creazione ha inizio dalla nascita di Brahma e lei non può calcolare nemmeno neppure la lunghezza di un solo giorno di Brahma. Durante la notte di Brahma l’universo subisce una devastazione parziale e durante il suo giorno è creato nuovamente. Ci sono due tipi di devastazione. Una distruzione parziale si verifica durante la notte di Brahma, mentre quella finale porta all’annientamento di tutta la manifestazione cosmica. E queste minuscole persone cercano di datare i Veda! E’ ridicolo! Ci sono molti microbi che nascono la sera e muoiono appena inizia il giorno. Una sola notte è durata tutta la loro vita. Anche la nostra vita è così. Quale storia si può scrivere? Noi riceviamo la conoscenza vedica dalle autorità vediche. Non dovremmo essere filosofi-rana. Conosce la filosofia della rana? Il dottor Rana non aveva mai visto l’Oceano Atlantico e qualcuno gli disse: “Oh, ho visto un’immensa distesa d’acqua!” Allora il dottor Rana chiese: “E’ più grande di questo pozzo?”
Studente: Era al di là della sua comprensione.
Shrila Prabhupada: Esattamente. Questi scienziati e pensatori sono come rane che marciscono nei pozzi. Che cosa possono mai capire della conoscenza vedica?
Studente: Sì, lo so. Per cambiare argomento, mi chiedevo se lei si è accorto che i Veda affermano che la forma di vita più vera, la più pura, è quella vissuta secondo natura, non contro natura come sembra si stia facendo nei nostri centri urbani.
Shrila Prabhupada: Oh, sì. Vera vita significa minimizzare le attività fisiche in modo da risparmiare tempo per dedicarsi alla comprensione spirituale. Questa è vera vita. La civiltà attuale, fondata sull’idea che siamo il corpo, è sul piano animale. Non è vita civile. Athato brahma-jijnasa: la vita civile inizia quando cominciamo a porci domande sull’anima spirituale, ma quando queste domande non ci sono, quando le persone non arrivano neppure a chiedersi che cos’è l’anima spirituale, vivono come cani e gatti. La vita vedica insegna a liberarsi per quanto possibile dai disturbi provocati dal corpo. L’educazione vedica ha dunque inizio con il brahmacarya, il celibato. I mascalzoni non sanno controllare la vita sessuale; la loro filosofia è far sesso senza freni e quando si verifica una gravidanza uccidere il bambino.
Studente: Sì.
Shrila Prabhupada: Questa è la filosofia dei mascalzoni. Non sanno che si può essere educati a dimenticarsi del sesso. E se si dimentica il sesso, dov’è il problema dell’aborto? Purtroppo non riescono a capire. I Veda dicono, adanta-gobhir visatam tamisram: lasciandosi andare senza freni al piacere dei sensi si scende gradualmente verso livelli di vita animale. Una persona che pratica l’aborto, uccidendo il bambino nel grembo, nella prossima vita subirà una condizione simile, sarà messa in un grembo e qualcuno la ucciderà. Per quanti bambini ha ucciso sarà costretta a nascere ed essere uccisa altrettante volte. Così, per centinaia d’anni le sarà impossibile vedere la luce del giorno. Rimarrà nel grembo e sarà uccisa. La gente non conosce le leggi della natura. Non si possono violare queste leggi come si violano quelle dello Stato. Supponga di uccidere qualcuno; può forse cavarsela con l’inganno, ma non può sfuggire alle leggi della natura. Per quante volte ha ucciso, per altrettante volte dev’essere ucciso. Questa è la legge della natura.
Studente: Solo la settimana scorsa parlavo con un’infermiera che lavora in un reparto dove si pratica l’aborto, in uno dei principali ospedali di Londra. E’ terribile. Alcuni feti sono a uno stadio così avanzato di sviluppo che chiaramente avrebbero un’alta probabilità di vita.
Shrila Prabhupada: Non vi è dubbio. La vita comincia fin dal rapporto sessuale. L’essere vivente è molto piccolo. Per legge di natura, e secondo il suo karma, viene trasferito nel seme del padre, quindi introdotto nel grembo della madre. Le cellule dello sperma paterno e dell’ovulo materno si emulsionano e formano un corpo che è grande come un pisello. Poi, col tempo, questa forma si sviluppa. Tutte queste descrizioni sono contenute nella letteratura vedica. Nel primo stadio si manifestano nove aperture – gli orecchi, gli occhi, le narici, la bocca, i genitali e il retto. Successivamente si sviluppano i sensi e in sei mesi e mezzo tutto è completo, e la coscienza dell’essere vivente si risveglia. Prima della formazione del corpo, l’essere rimane privo di coscienza, come anestetizzato. Poi sogna, infine gradualmente torna alla coscienza. In quel momento diventa molto riluttante a uscire, ma la natura gli dà una spinta e così esce. Ecco il procedimento della nascita. Questa è conoscenza vedica. Nella letteratura vedica troverà tutti questi particolari descritti perfettamente. Come possiamo dire dunque che i Veda sono soggetti alla storia? Noi parliamo di cose spirituali, perciò a volte i materialisti hanno molta difficoltà a capire. Proprio non ci riescono.
Il testo qui riportato è tratto da I SEGRETI DEI VEDA

“Questo sapere è il re di tutti gli insegnamenti,
il più segreto tra i segreti, la conoscenza più pura,
e poiché ci fa percepire direttamente il sé con uan realizzazione interiore,
è la perfezione della religione. E’ eterno e si applica con gioia,”
(Bhagava-gita IX.2)
Note sull’autore
Sua Divina Grazia A.C.Bhaktivedanta Swami Prabhupada (1896-1977) è apprezzato nell’ambiente accademico come la più grande autorità in campo di letteratura e filosofia vedica. Dopo aver pubblicato numerose opere sullo Yoga della Devozione (Bhakti-Yoga) nel 1965 andò negli Stati Uniti per continuare la Sua missione. il Suo ininterrotto lavoro di traduzione dal sanscrito ha permesso di pubblicare una vastissima raccolta di opere di filosofia, letteratura, e cultura vedica. Studiosi e docenti di Istituti e Università di tutto il mondo apprezzano la Sua competenza, la precisione dei commenti e degli studi riassuntivi, la profondità e la chiarezza delle Sue traduzioni. I Suoi scritti sono stati tradotti in cinquanta lingue e distribuiti in milioni di copie in tutto il mondo.