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VEDAM

IL POTERE DELLE PAROLE

BLOG DI MEDICINA PSICOSOMATICA e PSICOLOGIA DELLO YOGA - Impariamo a leggere i sintomi fisici come linguaggio dell'anima e dell'inconscio e ad utilizzarli in chiave conoscitiva, positiva e terapeutica.

IL SIGNIFICATO EVOLUTIVO DEL SINTOMO

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Assumere l’atteggiamento giusto di fronte a un disagio interiore è basilare.

In genere, quando emerge un malessere psicofisico, tendiamo a rispondere in uno di questi 5 modi:

  • Lotta
  • Negazione
  • Sfida
  • Resa
  • Ascolto

C’è chi non vuole altro che essere “liberato dal male” e chiede quindi allo specialista di eliminare i sintomi al più presto con gli psicofarmaci, finendo poi col dipenderne, visto che il problema non viene risolto alla radice (lotta).

C’è poi chi non riconosce i sintomi come fatti reali, li considera sciocchezze e tira dritto come se niente fosse, fino a quando diventano così invalidanti che dovrà comunque chiedere aiuto (negazione).

C’è anche chi li riconosce ma entra in un atteggiamento di sfida nei loro confronti, a volte vincendo e a volte perdendo, ma sostanzialmente non riuscendo a liberarsene (sfida).

Poi c’è chi si arrende ai sintomi, assecondando le loro imposizioni e i loro limiti, finendo per vivere una vita sempre più limitata (resa).

Tra sfide, resistenze e negazioni, è l’ascolto la via da seguire.

Fare silenzio per sentire il messaggio che il sintomo ci sta inviando è la maniera più costruttiva di vivere il disagio. Ascoltare il sintomo, invece che lottarci contro o assecondare passivamente le limitazioni che impone, è un agire invisibile ma pieno di conseguenze. L’ascolto del sintomo e del suo eventuale messaggio non deve però essere influenzato da troppi consigli di altre persone, da troppe consultazioni su internet, da troppi lamenti, pregiudizi o false credenze, e neanche da troppi inizi di terapie diverse. Un vero ascolto è nel silenzio: solo così potremo capire se dobbiamo ancora attendere, se non dobbiamo ancora forzare, se dobbiamo ancora rigenerarci, stare fermi, riflettere, studiare nuove strategie o modalità oppure cambiare contesto. Il non fare, se vissuto così, non è quindi una sconfitta o un pericolo di cronicizzazione, ma la fase che prepara il germoglio della guarigione.

Liberamente estratto da Cosa fare quando arriva il sintomo, Riza, aprile 2023

Caterina Carloni

Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta

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