• Lun. Nov 11th, 2024

VEDAM

A cura di Caterina Carloni, psicologa & psicoterapeuta

BLOG DI MEDICINA PSICOSOMATICA & PSICOLOGIA OLISTICA - Impariamo a leggere i sintomi fisici come linguaggio dell'anima e ad utilizzarli in chiave conoscitiva, positiva ed evolutiva

La dimensione simbolica della TESTA: razionalità, autorità e decisionalità

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Questa parte del corpo umano rappresenta metaforicamente l’aspetto razionale della nostra esistenza, il “cervello” che guida le nostre scelte e i nostri comportamenti. Qui risiede il centro dell’intelligenza operativa e pratica, il principio attivo dell’ordine e dell’autorità, lo spirito nel suo manifestarsi.

Il simbolismo del cervello è profondo e sfaccettato.

I suoi simboli ruotano, tuttavia, intorno a un tema centrale, quello dell’uovo: il cervello è come l’uovo del mondo, il luogo in cui, dalla prima settimana di vita embrionale fino alla morte, nasce e si ricrea di continuo la coscienza, intesa come energia intelligente.

L’uovo, tuttavia, non è solo creazione, ma anche evoluzione; il cervello, infatti (insieme al sistema nervoso centrale), contiene in sé tutte le funzioni dei cervelli di tutte le specie viventi comparse sulla terra dall’inizio della vita: pesci, rettili, insetti, animali. Un’evoluzione che si è stratificata nella sua struttura, nella quale troviamo al centro le aree neuronali deputate ai bisogni primari e agli istinti. Sopra si posizionano le aree relative alle emozioni e ai sentimenti (lobo limbico) e la corteccia cerebrale con sua capacità di analisi, ragionamento, calcolo ma anche creatività e fantasia. Un cervello “che sa”, che è centro di noi stessi e del mondo che ci circonda.

Secondo molti Autori, infatti, il nostro tessuto cerebrale non sarebbe altro che un “riassunto” in piccolo, depositato dentro di noi, della trama universale e infinita che ci circonda. Tutta questa sapienza viene istante per istante “distillata” dall’ipotalamo e condensata in profondità, dove c’è l’ipofisi, un piccolo uovo nel più grande uovo che è il cervello. E’ qui che tutto il vissuto si trasforma in molecole – gli ormoni ipofisari – che, attraverso il sangue, raggiungono tutto il corpo a confermarne o a cambiarne forma e funzionamento. Seguendo un’altra suggestiva metafora, il cervello può essere visto come un embrione in perenne maturazione che, dalla nascita alla morte dell’individuo, cresce, si trasforma e ci trasforma. Oppure, come un seme che germoglia sino a trasformarsi in pianta. In questo caso il cervello-seme sarebbe ciò che dà origine e forma al corpo-pianta. Questa analogia tra seme/cervello e pianta/corpo, oltre a proporci un’affascinante similitudine, ci consente di comprendere facilmente come non esista differenza tra la mente e il corpo, che rappresentano la stessa, inseparabile realtà. Ecco allora che un problema al cervello, se da un lato può avere innumerevoli cause e modalità di manifestazione (basti pensare alla varietà dei disturbi psichici, mentali e neurologici) dall’altro non potrà che avere a che fare con uno di questi temi: essere veramente se stessi; ovvero rispettare la natura del proprio “seme”; avere nella vita la possibilità e la capacità di farlo maturare adeguatamente.

Caterina Carloni

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta