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A cura di Caterina Carloni, psicologa & psicoterapeuta

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Soprannominato il “Pulcinella senza maschera” o “il comico dei sentimenti”, Massimo Troisi (1953-1994) è stato il principale esponente dei nuovi comici napoletani agli albori degli anni Settanta.

Erede naturale di Totò e di Eduardo De Filippo, ma accostato anche a Woody Allen e a Buster Keaton, cominciò la sua carriera con il gruppo “La Smorfia”, insieme a Lello Arena e a Enzo Decaro. Il suo film di esordio fu “Ricomincio da tre” (1981)e fu subito un grande successo come attore e come regista. Seguirono “Scusate il ritardo” (1983), “Non ci resta che piangere” (1984) con Roberto Benigni, “Pensavo fosse amore… e invece era un calesse” (1991)  e infine “Il postino” (1994), che gli valse numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali.

«Ha interpretato con grande intelligenza, con istinto straordinario e con notevole finezza culturale un’importante fase di passaggio: dal vecchio comico napoletano, nutrito dalla commedia dell’arte, ambientato in un’atmosfera serena e ingenua, a un tipo moderno, sempre napoletanissimo ma nevrotico, tormentato al di là dell’apparente ironia e allegria… » (by Antonio Ghirelli).

The Washington Times scrisse: «Il Postino rappresenta quel trionfo internazionale che Troisi sperava di avere e che non ha fatto in tempo a godersi».

The New York Tiimes: «Troisi dà al suo personaggio una verità e una semplicità che significa tutto».

L’attore  Sean Connery, intervistato negli anni novanta, dichiarò che gli sarebbe piaciuto girare un film con lui.

Il  modo originale, divertente e perfino geniale di Troisi nell’affrontare sulla scena  i grandi temi esistenziali e il rapporto con il Divino hanno reso immortali alcune sue performances.

Mi piace segnalarne una che, a distanza di tanti anni, ancora strappa più di un sorriso e ci fa identificare immediatamente l’artista come “uno di noi”.

Caterina Carloni

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta