Oggi 20 marzo alle 21.30 la Primavera farà il suo ingresso ufficiale portando le novità, la leggerezza e la voglia di rinnovamento tipiche di questa stagione.
“E’ dolce primavera di Virgilio, contenuto nel secondo libro delle “Georgiche”, è un classico della letteratura latina. Dopo aver composto le dieci egloghe dell’idillio pastorale delle Bucoliche, Virgilio si dedicò alla stesura dei quattro libri delle Georgiche , scritte a Napoli tra il 37 a.C. e il 30 a.C. Si trattava di un poema di carattere didascalico dedicato al lavoro nei campi e all’arboricoltura, intesa come metafora di un’ideale società umana. Le Georgiche si configurano come una celebrazione della vita rustica che rende applicabili i valori del mos maiorum: laboriosità, concordia, devozione.
L’opera fu dedicata a Mecenate ed è oggi considerata una delle prove più autentiche e meglio riuscite della lirica virgiliana.
In questa sezione del testo troviamo la famosa apostrofe elogiativa all’Italia – celebrata come una terra di pace – e anche un inno alla primavera dai toni epici e struggenti che incatenano, nell’avvicendarsi dei versi, natura e mito.
Alcuni frammenti delle liriche sono stati pubblicati nel volume Il fiore delle georgiche, edito da Mondadori, nella traduzione del grande poeta novecentesco Salvatore Quasimodo.”
(liberamente tratto da www.sololibri.net)
È dolce primavera
Alle selve, alle foglie dei boschi è dolce primavera;
a primavera gonfia la terra avida di semi.
Allora il Cielo, padre onnipotente, scende
con piogge fertili nel grembo della consorte,
immenso si unisce all’immenso suo corpo,
accende ogni suo germe. Gli arbusti remoti risuonano
del canto degli uccelli, e gli armenti ricercano Venere,
e i prati rinverdiscono alle miti aure di Zèfiro.
E i campi si aprono; si sparge il tenero umore;
ora al nuovo sole si affidano i germogli.
E il tralcio della vite non teme il levarsi degli austri
né la pioggia sospinta per l’aria dai larghi aquiloni,
ma libera le gemme e spiega le sue foglie.
Giorni uguali e così luminosi credo brillarono
al sorgere del mondo; fu primavera, allora.
primavera passava per la terra. Ed Euro
trattenne il soffio gelido quando i primi
animali bevvero la luce, e la razza degli uomini
alzò il capo nei campi aspri, e le belve
furono spinte nelle foreste e le stelle nel cielo…
(Traduzione di Salvatore Quasimodo)
Buona primavera a tutti, buon risveglio delle coscienze e buon rinnovamento dei cuori.
Caterina Carloni