• Gio. Mar 28th, 2024

VEDAM

A cura di Caterina Carloni, psicoterapeuta

BLOG DI MEDICINA PSICOSOMATICA & PSICOLOGIA OLISTICA - Impariamo a leggere i sintomi fisici come linguaggio dell'anima e ad utilizzarli in chiave conoscitiva, positiva ed evolutiva

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IL CORPO FISICO SECONDO I VEDA

“Il Signore Supremo è presente nel cuore di ognuno, o Arjuna, e dirige l’errare di ogni essere vivente che è situato nel corpo, simile a una macchina costituita di energia materiale.”

(Bhagavad-gita XVIII.61)

“Come l’anima incarnata passa, in questo corpo, dall’infanzia alla giovinezza e poi alla vecchiaia, così l’anima passa in un altro corpo all’istante della morte. La persona saggia non è turbata da questo cambiamento.”

(Bhagavad-gita II.13)

“Ogni essere vivente è un’anima spirituale, distinta da tutte le altre.

A ogni istante l’anima cambia corpo e si manifesta nella forma di un bambino, di un adolescente, poi di un adulto e infine di un vecchio. Ma l’anima rimane sempre la stessa e non subisce alcun cambiamento. Infine, alla morte del corpo, l’anima trasmigra in un altro involucro.

Gioie e sofferenze variano con i nostri corpi, perché sono il risultato delle nostre azioni passate.

Colui che conosce perfettamente la natura dell’anima individuale (Arjuna), dell’anima suprema (Krishna) e dell’universo materiale e spirituale è chiamato dhira, “sempre sereno”. Quest’uomo non è turbato dalle trasmigrazioni dell’anima.

La Bhagavad-gita afferma che gli esseri individuali sono frammenti del Supremo ed esistono eternamente (sanatana). Si chiamano kshara perché sono soggetti a cadere nella natura materiale. Esistono per l’eternità allo stato di frammenti: e anche dopo aver raggiunto la liberazione, l’anima individuale rimane sempre un frammento.

Ma una volta liberata, vive una vita eterna di conoscenza e felicità assolute in compagnia di Dio, la Persona Suprema.”

(Commento di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada).

Il corpo tuttavia, oltre ad essere un veicolo della nostra essenza più vera, è anche l’espressione più genuina e sincera dell’inconscio. Attraverso i suoi sintomi ci avverte dei pericoli e ci invita all’ascolto di noi stessi.

Se impariamo a comprendere il linguaggio del corpo – linguaggio essenzialmente analogico –  esso ci dirà a che punto siamo del nostro percorso evolutivo, svelerà impietoso i nostri segreti attraverso i lapsus e gli atti mancati, rivelerà tutte le nostre contraddizioni e le nostre ipocrisie e, se saremo sufficientemente umili, diventerà un prezioso confidente, maestro ed alleato della nostra salute.

Noi non siamo il nostro corpo ma il nostro corpo è uno strumento privilegiato per addentrarci nelle pieghe della nostra storia e del nostro mondo invisibile.

Caterina Carloni

Di Cateca

Caterina Carloni, psicologa e psicoterapeuta